Calcio Totale Racconta

Coco, l’incubo Capello e le notti insonni. "Mi disse: 'Se diventi professionista mi taglio un….'"

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal Web

Pubblicato il 17/11/2023

L’ex terzino di Inter e Milan ha raccontato le prime volte con mister Capello a 15 anni. Non fu proprio una bella esperienza per il giovane Coco. Non solo calcio, tante le bravate notturne: “In occasione del match contro il Barcellona in Champions League nel 2000, due giorni prima, sono uscito fino alle sette e…”

Milan, Inter e Barcellona, il curriculum è di quelli pesanti. Gli infortuni hanno giocato un ruolo determinante nella sua carriera, costringendolo al ritiro a soli 30 anni. In queste ore è stato intervistato da AS, il noto quotidiano sportivo spagnolo ha riportato una serie di aneddoti del Coco calciatore.

Gli inizi con la primavera del Milan e gli approcci con Fabio Capello in prima squadra. L’Impatto non fu certamente dei migliori, con il sergente di ferro in panchina c’era poco da scherzare. Le prime volte poi non si scordano mai specie se lasciano il segno.

"Ricordo uno dei miei primi allenamenti al Milan. Quando avevo 15 anni Capello mi mandò ad allenare con la prima squadra. A fine seduta ha preparato una partita da titolare contro i sostituti e i giovani. In una giocata, ho effettuato un contrasto che ha fatto volare l'attaccante e Capello ha iniziato a fischiare e gridare: ‘Coco, che ca**o fai?’ Ero piccolo, mi mandò direttamente sotto la doccia. Avevamo un rapporto di amore-odio. Un giorno mi prese da parte e mi disse direttamente negli occhi: ‘Se diventi professionista mi taglio un testicolo’. Ma un anno dopo è stato lui a scommettere su di me e a rendermi professionista".

Non è mai stato un esempio di professionalità, ad ammetterlo è proprio lui, ma ha anche confidato di aver sfoderato prestazioni degne di note nonostante non avesse riposato abbastanza durante la notte. Gli svaghi e la passioni extra-campo erano tanti, forse troppi.

"Ci sono state così tante partite in cui ho giocato e non ho dormito la notte prima. Nel match contro il Barcellona in Champions League nel 2000, due giorni prima, sono uscito fino alle sette del mattino e sono semplicemente tornato a casa, ho preso lo zaino e mi sono lavato i denti prima di partire per la Spagna. Ero ancora ubriaco. Eppure, ho giocato una delle partite più belle della mia carriera. Ci sono stati molti momenti del genere. Ma d’altro canto ho sempre rispettato i miei compagni e il mio ruolo. Semplicemente non ero un grande professionista, perché tante volte mi dicevo: 'dai che adesso mi diverto". 

di Mario Lorenzo Passiatore

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